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Forse la colpa è mia che sono comunista

gennaio 13, 2010

Sarà perché il decennale della sua scomparsa si avvicina, sarà perché al governo c’è il suo fido delfino, ma i tentativi di riabilitare l’opera politica di Bettino Craxi si susseguono di giorno in giorno e a ritmi vertiginosi, valicando ormai anche il confine della politica partigiana e invadendo la stampa (persino parte di quella che guarda a sinistra). Ha iniziato Andrea Romano sul Sole 24 Ore di sabato, affermando sicuro che “se le sentenze della magistratura parlano chiaro, è altrettanto evidente che la stagione craxiana fu l’ultimo grande tentativo della politica di far compiere all’Italia quel balzo di sviluppo e modernità che nessun esponente della nostra politica repubblicana è stato poi in grado di realizzare”. Sulla stessa lunghezza d’onda di Romano anche Luca Sofri e Francesco Costa, i quali al grido de “la verità sta sempre nel mezzo”, hanno affermato più o meno lo stesso concetto, spiegandoci che se è vero com’è vero che Craxi ha rubato tutto il rubabile, è altrettanto vero che bisogna impegnarsi a fondo per analizzare più seriamente le cose, perché un provvedimento buono, in tanti anni di potere, anche lui lo deve aver preso. Sofri, in particolare, è molto diretto: “c’è una cosa che trovo parimenti stupida e superficiale nelle argomentazioni craxiste e anticraxiste: ed è la pretesa che le colpe morali e legali e politiche non possano aver convissuto con delle visioni riformiste e lucide (cosa che non avviene per esempio con i governi Berlusconi), che il trafficame escluda i buoni progetti e viceversa, che i giudizi non possano essere complessi e le analisi un po’ più approfondite”. Il problema è che, almeno per me, non c’è proprio nulla da approfondire. Se un uomo politico viene pescato con le mani nella marmellata, anche solo una volta ed anche solo per rubare 100 lire, tutto quello che di buono ha fatto con il suo lavoro decade immediatamente. Punto e basta. Ma forse sono io ad essere in errore, credendo che chi sbaglia deve pagare e che certe malefatte segnino in maniera indelebile la vita di un uomo di potere anche dopo la sua morte. Forse la colpa è mia che sono un comunista-giustizialista qualunque che non riesce ad approfondire certe analisi.

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